Gela. Non fu estorsione ai danni dei suoi stessi familiari ma solo esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Una pesante condanna, comunque, è stata pronunciata ai danni del quarantaquattrenne Giacomo Cassarà. Dovrà scontare due anni e sei mesi di reclusione a fronte dei cinque anni richiesti dalla pubblica accusa.
L’imputato venne arrestato nel novembre di due anni fa con l’accusa di aver picchiato alcuni familiari imponendogli il pagamento di denaro. Il disoccupato, difeso dall’avvocato Davide Limoncello, ha sempre negato di aver imposto il pagamento.
Non a caso, il suo legale di difesa ha escluso, anche davanti al giudice Domenico Stilo, che si fosse mai trattato di un caso d’estorsione. Alla fine, la linea difensiva, anche se in parte, è comunque passata.
Per Cassarà, il pubblico ministero Pamela Cellura aveva chiesto la condanna a cinque anni di reclusione.