“Vogliamo far studiare nostra figlia”, lo sfogo di due genitori indigenti

 
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Gela. “Vogliamo un lavoro e un po’ di dignità per nostra figlia”. Questo l’appello lanciato dalla famiglia Bartoli.

In bilico c’è l’iscrizione della figlia alle scuole superiori, perché non ci sono i soldi per pagare la relativa tassa. La madre è paraplegica, il padre cardiopatico e disoccupato. Entrambi i genitori soffrono per l’incerto futuro della figlia tredicenne, che non sa ancora se potrà frequentare il primo anno all’Alberghiero e chiedono aiuto. I due coniugi non soffrono il problema della disabilità di lei, ma sono disperati per la mancanza di lavoro che costringe la famiglia ad arrivare a fine mese rinunciando a volte pure a mangiare.

“Siamo disperati – ha detto la madre Concetta – ci siamo rivolti al primo cittadino che ci ha promesso una sistemazione in breve tempo, ma noi fino ad allora come vivremo?”. Questa è la domanda che si ripete in maniera quasi ossessiva la signora Bartoli. “Chiedo a chiunque possa aiutarci – ha continuato – un sostegno non solo economico. Sarei ben lieta di ricevere derrate alimentari da chiunque. Non mi offenderei in malo modo”. I due coniugi si sono sposati lo scorso anno grazie ad una gara di solidarietà promossa dalla parrocchia Sacro Cuore di Gesù diretta da Don Angelo D’Amico. “Un amore vissuto nella normalità con le difficoltà quotidiane – si è sfogato Salvatore Bartoli – adesso però ci sentiamo schiacciati da un macigno troppo grosso. E’ brutto negare alla piccola Ludovica tutto quello che ci chiede, spesso non avendo un collegamento a internet a casa, la porto nelle zone del lungomare dove c’è una rete libera e cerco di darle ciò che non posso. Anche per le ricerche – ha continuato Bartoli- facciamo una passeggiata per trovare un wi fi libero. Voglio dare un futuro e mia figlia, lei merita il meglio.

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