“Vieni vestito pulito”, intercettati i pusher di Villaggio Aldisio: gli affari dei Di Noto

 
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Gela.
Sarebbero loro i capi del gruppo di spaccio che aveva come punto di riferimento proprio il quartiere di Villaggio Aldisio. I cugini Luigi e Nunzio Di Noto, infatti, vengono considerati dagli inquirenti le vere fonti d’approvvigionamento della droga successivamente smistata con la vendita al dettaglio.

Calcolatori e, allo stesso tempo, molto determinati. I Di Noto raccoglievano il denaro da reinvestire nell’acquisto di hashish e marijuana nelle piazze di Catania. “Quanto ne dobbiamo prendere, un chilo?” chiedeva Luigi Di Noto al cugino Nunzio, da tutti ribattezzato Nuccio. “Un chilo! A quattromila euro non ci arriviamo stasera?”.
I soldi dovevano servire per raggiungere Catania e acquistare, da un certo Orazio, almeno il quantitativo già preventivato. “Se la porta a due e cinquanta sono quattromila euro – continuava Luigi Di Noto – e mettici 150 euro a chilo, non meno di 150”.
I soldi da investire venivano raccolti tra gli spacciatori del quartiere che, a loro volta, acquistavano quantitativi più consistenti proprio dai Di Noto. Le comunicazioni tra i due erano continue, telefonate ed sms anche a conclusione dei viaggi verso Catania.
La droga, di volta in volta, si trasformava in “cornetti”, “marmellata”, “francesini”. Fu lo stesso Nunzio Di Noto, contattando telefonicamente il cugino Luigi, a consigliarli di raggiungerlo nella sua abitazione “vestito pulito”. Una frase volutamente criptica per suggerirgli di raggiungere l’appartamento senza droga.
“Ni viremmu ‘o Better”, un locale del quartiere divenuto punto di ritrovo per spacciatori e clienti: anche questo particolare emerge dalle intercettazioni organizzate dagli investigatori. Convinti di essere stati presi di mira dalle forze dell’ordine, i cugini Di Noto decisero di utilizzare un’abitazione rurale di contrada Burgio per smistare la droga ed, eventualmente, concludere gli affari.
“Ma che minchia abbiamo detto a duecento euro ciascuno, aspetta allora ti dovevo dire a duecentocinquanta come li ho chiesti agli altri”. In questo modo, Nunzio Di Noto avrebbe cercato di concludere la vendita di droga, nascosta proprio in contrada Burgio, davanti ad un acquirente ben poco convinto.
Alla fine, la compravendita fallì. “Ma che minchia è fuori di testa questo – commentava Luigi Di Noto – ma perché durante la strada non te lo poteva dire che te l’ha fatta scendere”.

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