Gela. Hanno descritto, davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Luca Solaini e Fabrizio Molinari, uno scenario fatto di affari di droga ed estorsioni a tappeto.
I fratelli Sergio, Angelo ed Emanuele Celona hanno deposto in videoconferenza durante l’udienza di uno dei tronconi processuali scaturiti dalla maxi operazione Tetragona.
“Sicuramente – hanno detto Emanuele e Angelo Celona – diverse attività economiche pagavano. C’erano i gestori della concessionaria Fiat e i responsabili del gruppo Russello. Gli imprenditori dell’azienda Mondello, invece, ci garantivano regali periodici”.
Il centro nevralgico degli affari del gruppo Emmanuello, inoltre, sarebbe stato proprio quello degli stupefacenti.
“Al Nord – ha ammesso anche Sergio Celona – la droga era movimentata da Emanuele Monachella. Lui si occupava di questi affari per conto della famiglia”. I tre fratelli Celona, a seguito delle domande poste dal pubblico ministero Gabriele Paci, non hanno nascosto il ruolo da tramite fra gruppo Emmanuello e imprese svolto dal geometra Salvatore Burgio.
La prossima udienza vedrà la testimonianza di Luigi Celona e Carmelo Barbieri.