“Troppi rumori da quell’autolavaggio”: dopo la denuncia scatta il processo

 
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Gela. “Quell’impianto per il lavaggio di automobili ha reso impossibile la vita della mia famiglia”. Ad ammetterlo davanti al giudice Antonio Fiorenza, è stato un residente di via Generale Cascino. La sua abitazione, infatti, si trova proprio al di sopra dell’impianto finito al centro delle indagini.

I gestori rispondono alle accuse davanti al magistrato dopo le denunce presentate dall’uomo. I sistemi utilizzati per alimentare l’attività commerciale, infatti, produrrebbero emissioni sonore talmente intense da far costantemente vibrare tutte le pareti dell’appartamento, rendendo quasi impossibile la quotidianità.
Proprio per queste ragioni, i due titolari si trovano sotto processo, difesi dall’avvocato Giacomo Ventura. Proprio il legale degli imputati contesta le accuse: i due, infatti, avrebbero comunque rispettato le normative sulle emissioni sonore.
Durante l’ultima udienza, sono stati ascoltati due tecnici dell’Arpa di Caltanissetta che effettuarono rilievi proprio nei pressi dell’abitazione. Per entrambi, verosimilmente, la fonte delle fastidiose emissioni sarebbe da rintracciare nei sistemi di compressione utilizzati per alimentare l’impianto di lavaggio.
A rispondere alle domande del pubblico ministero Tiziana Di Pietro e a quelle dell’avvocato Giacomo Ventura sono stati anche un’altra residente della zona ed il carabiniere che si occupò di effettuare alcuni rilievi dopo le denunce. Altri testi chiesti dalla difesa verranno ascoltati nel corso della prossime udienza, fissata per il 29 settembre.

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