Gela. Avrebbe simulato lo smarrimento di un assegno per non permettere al destinatario del pagamento di metterlo all’incasso.
Per questa ragione, il giudice Domenico Stilo ha inflitto una condanna a due anni di reclusione nei confronti del venditore ambulante Marco Cassarino. L’uomo, insieme alla moglie, era accusato di aver consegnato al titolare di una panificio, nel quale si riforniva per la successiva vendita a domicilio: un assegno non coperto.
Per impedire che il titolare dell’attività commerciale lo mettesse all’incasso, avrebbe sporto denuncia, indicando, fra le altre ipotesi, quella del presunto furto dell’assegno.
La decisione di condanna pronunciata dal giudice Stilo ha avuto un contenuto decisamente più pesante rispetto alla richiesta formulata dal pm Giampiero Cortese.
La pubblica accusa, infatti, aveva richiesto la condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione. Assolta, invece, la moglie dell’ambulante. Il giudice Stilo, inoltre, ha deciso di trasmettere gli atti del processo alla procura: contestando l’ipotesi di falsa testimonianza ad una delle testi sentita nel corso del dibattimento.
Stando al verdetto, infatti, la donna avrebbe repentinamente cambiato la versione delle sue dichiarazioni rispetto a quella che, solo qualche mese prima, aveva reso davanti agli investigatori.