Gela.Puntano il loro dito sui dati di bilancio fatti recapitare dai funzionari di Palazzo di Città, senza risparmiare dure critiche. I magistrati della sezione di controllo per la regione Sicilia della Corte dei conti sembrano voler aprire un fronte che potrebbe produrre ulteriori conseguenze.
Nella deliberazione generata dall’analisi del bilancio di previsione 2012 e del rendiconto 2011, emerge chiaramente “la situazione di estrema criticità dell’ente, che desta forti preoccupazioni per la tenuta del bilancio sia con riferimento all’ingente massa dei debiti fuori bilancio, che continuano ad emergere di anno in anno, che in relazione alla mole dei residui”.
Due, stando alle valutazioni condotte dai magistrati contabili, sembrano essere i punti più sensibili dell’intera strutturazione dei conti dell’ente comunale: l’eccessiva mole di debiti fuori bilancio e il capitolo dedicato ai servizi in conto terzi.
“Quanto alla rilevante problematica dei debiti fuori bilancio – si legge nella deliberazione – pari ad euro 1.034.378,50 di cui euro 270.114,47 riconducibili alla lettera e) art. 194 TUEL e la presenza di euro 3.838.900,02 di debiti ancora in corso di riconoscimento al 31.12.2011, si rappresenta che il comune avrebbe provveduto nel 2012 al riconoscimento di un importo pari ad euro 1.268.749,05 e che l’operazione di riconoscimento proseguirà nel 2013”.
Assai scarso, almeno in base all’analisi dei giudici, sarebbe il risultato dell’attività di riscossione dell’imposta comunale sugli immobili. “Relativamente al recupero evasione Ici per un importo di euro 91.804,00 a fronte di una previsione pari a euro 2.600.000,00 – continua la deliberazione – si fa riferimento ad un nuovo sistema informatico di gestione dell’Ici acquistato dal servizio CED dell’ente che dovrebbe implementare le riscossioni”.
Diversi dubbi, inoltre, vengono espressi sul fronte delle previsioni dei servizi in conto terzi. “La sezione rappresenta come l’errata contabilizzazione dei servizi per conto terzi – indicano i magistrati – sia suscettibile di alterare le risultanze di bilancio, compromettendone la veridicità e l’attendibilità, in particolar modo con riferimento ai parametri di calcolo di diversi limiti di spesa che presuppongono la corretta allocazione di tutte le poste contabili, con un tangibile rischio di elusione di specifiche previsioni di legge come quelle dettate in materia di spese del personale e di rispetto del patto di stabilità”. Il timore espresso nell’analisi del rendiconto 2011 e del bilancio di previsione 2012 riguarda, quindi, l’estrema fragilità degli equilibri contabili sui quali si regge l’ente comunale.
Il sospetto, infatti, sembra ricadere sul possibile inserimento nella voce dei “servizi in conto terzi” non solo delle entrate e delle uscite relative ad altri soggetti ma anche di quelle legate allo stesso ente comunale.
“A tale quadro di assoluta precarietà – concludono i giudici – si aggiunge la mancanza di attenzione, da parte dell’amministrazione, per le pronunce della corte, rispetto alle quali non risultano comunicate nelle debite forme e termini le misure correttive, e la sostanziale assenza di alcun intervento di radicale e strutturale riorganizzazione amministrativa e contabile, tesa a ridurre le spese e rendere effettive le entrate”.
Le valutazioni effettuate dai magistrati della sezione di controllo, adesso, verranno inviate direttamente sul tavolo del presidente del consiglio comunale Giuseppe Fava che, a sua volta, dovrà rendere note le soluzioni immediatamente attuabili per far fronte agli allarmi lanciati nella deliberazione.