Gela. La parità di genere nel mondo del lavoro è un obiettivo ancora lontano. Troppe donne devono dimostrare più degli uomini per ottenere lo stesso riconoscimento, e spesso si trovano a fronteggiare discriminazioni salariali, difficoltà di carriera e la conciliazione tra vita professionale e familiare. All’evento “Donne e Pari Opportunità”, organizzato dall’amministrazione comunale nell’ambito del Marzo delle Donne, istituzioni e professioniste hanno raccontato esperienze e proposto soluzioni per un cambiamento concreto.
Ed è proprio l’impegno preso dalle istituzioni locali, rappresentate dalla presidente del Consiglio Paola Giudice e dall’assessore alle Pari Opportunità Valeria Caci, a voler essere il primo segnale per promuovere il cambiamento e garantire una società più equa.
“Parlare di pari opportunità non significa solo denunciare le disparità esistenti, ma lavorare concretamente per abbatterle. Come amministrazione – spiega l’assessore – ci impegniamo a creare spazi di dialogo come questo e a promuovere politiche di sostegno per l’occupazione femminile.
“Troppe donne sono ancora costrette a scegliere tra carriera e famiglia: dobbiamo lavorare per garantire loro diritti, flessibilità e pari possibilità di crescita – ha aggiunto la Presidente del Consiglio comunale Paola Giudice – il mio auspicio è che, in un prossimo futuro, non siano più necessario giornate commemorative per celebrare dei diritti che dovrebbero essere acquisiti per tutti, indipendentemente dal genere e dalla condizione sociale”.
Uno dei temi più dibattuti durante l’incontro è stato il persistere del divario di genere nei contratti e nei salari. Le sigle sindacali, rappresentate da Rosanna Moncada, Carmela Petralia e Maurizio Castania, hanno sottolineato la necessità di strumenti più incisivi per garantire equità retributiva e contrastare il precariato femminile.
“Le donne guadagnano ancora meno degli uomini a parità di ruolo e competenze. Inoltre, sono spesso impiegate in lavori più precari e con minori prospettive di avanzamento – dice Rosanna Moncada, segretaria generale della Cgil Caltanissetta – Servono misure concrete: incentivi per le aziende che assumono donne, maggiori tutele per le lavoratrici madri e una rete di servizi che permetta di conciliare vita professionale e personale senza sacrifici.”
“La discriminazione di genere nei luoghi di lavoro è una realtà che non possiamo più ignorare – aggiunge Carmela Petralia, segretaria generale Cisl Ag, Cl, En – Riceviamo segnalazioni di donne che faticano ad affermarsi in contesti ancora troppo maschili, dove vengono escluse da posizioni di responsabilità. Per questo, è fondamentale rafforzare la contrattazione collettiva e introdurre norme più stringenti per combattere il sessismo sul lavoro”.
Dalla sanità all’informazione, le testimonianze delle professioniste presenti hanno evidenziato le difficoltà ancora radicate nei loro settori. Particolarmente intense quelle raccontate dalla dottoressa Rosalba Morreale che ha raccontato la vita di reparto all’interno dell’oncologia dell’ospedale e dalla nostra Maria Chiara Sciascia, che ha raccontato la sua esperienza come unica donna in una redazione giornalistica.
“Lavorare in un reparto oncologico significa affrontare ogni giorno situazioni di grande impatto emotivo e responsabilità – racconta la dottoressa Morreale – Ma essere donna in questo contesto aggiunge un ulteriore ostacolo: spesso devi dimostrare il doppio per ottenere credibilità, soprattutto in un ambiente ancora molto maschile. Oggi le cose stanno cambiando, ma la strada è ancora lunga”.
“All’interno della mia redazione – ha aggiunto Maria Chiara Sciascia, collaboratrice del QdG e di Telegela – ho trovato un ambiente accogliente e stimolante. Nonostante fossi l’unica donna in redazione, sono sempre stata trattata con rispetto e considerazione, ricevendo formazione e incoraggiamento per affrontare nuove sfide professionali. Il supporto dei mie colleghi non si limita alla supervisione del mio operato, ma è una vera e propria spinta a credere in me stessa, anche nei momenti in cui penso di non essere all’altezza. Poter contare su figure che riconoscono il valore del merito e della determinazione è un elemento essenziale per costruire un ambiente di lavoro più equo e inclusivo”.
L’incontro si è chiuso con una riflessione condivisa: la parità di genere non è un traguardo lontano, ma un obiettivo raggiungibile solo con l’impegno di istituzioni, aziende e società civile. Le donne non chiedono favoritismi, ma il riconoscimento delle proprie competenze e il diritto a un futuro senza discriminazioni.