Gela. La contesa giudiziaria va avanti da anni e per il Comune si tratta di introiti pesanti, in questo caso fino a oltre sette milioni di euro. Sono le somme previste per l’Imu e la Tasi sulle piattaforme di Enimed, presenti lungo la costa locale. Nella vicenda, negli ultimi tempi, si è innestato il Comune di Butera, al quale è stata riconosciuta la competenza territoriale rispetto alla piattaforma “Prezioso”. Di recente, i giudici si sono espressi escludendo la doppia imposizione, legata all’intervento appunto dell’ente buterese. Enimed, intanto, ha proceduto a nuovi ricorsi presso la Corte di giustizia tributaria, non riconoscendo la fondatezza delle pretese impositive. Ha infatti impugnato gli avvisi per Imu e Tasi relativi alle annualità 2018 e 2019, agendo rispetto a Butera ma chiamando in causa anche il Comune di Gela. L’amministrazione del sindaco Di Stefano, ancora una volta, ci sarà nel procedimento. La giunta ha deliberato di dare mandato a un legale. Si tratta del docente universitario Alessandro Dagnino, che ormai da tempo segue queste filone giudiziario in rappresentanza del municipio. Il legale, attuale assessore regionale all’economia, ha ottenuto diverse decisioni favorevoli per Palazzo di Città.
L’amministrazione comunale conta parecchio sugli introiti dei tributi che riguardano le piattaforme, a maggior ragione in una condizione di dissesto. Decisioni da poco emesse hanno comunque escluso che a introitare i versamenti per Imu e Tasi debba essere il Comune di Butera.