Gela. Sarebbero stati pienamente coinvolti nello spaccio di droga ricostruito con l’indagine “Smart working”. La procura, attraverso il pm Sonia Tramontana, ha chiesto condanne per tre coinvolti. Si tratta di Francesco Casco e dei fratelli Ruben Raitano e Antonino Raitano. Per quanto concerne Casco, la pena richiesta è di otto anni di reclusione. Sei anni e sei mesi, ciascuno, invece, per i Raitano. Nei loro confronti venne disposto il giudizio immediato e la pronuncia spetterà al giudice Marica Marino. Le difese sono convinte che gli imputati non fossero inseriti in un contesto di spaccio di sostanze stupefacenti, strutturato sulla scorta di quanto invece sostenuto dalla procura e dagli investigatori. Il difensore di Casco, l’avvocato Lia Comandatore, ridimensiona la posizione del giovane imputato e già in apertura del giudizio aveva avanzato la possibilità di una perizia sulle condizioni psichiche. La decisione che chiuderà il procedimento è prevista per la prossima settimana, quando toccherà alla difesa dei Raitano esporre le conclusioni, con l’avvocato Davide Limoncello.
In abbreviato, sono arrivate condanne per i presunti organizzatori del giro di droga, Francesco Scicolone e Giacomo Tumminelli. In totale, il gup ha pronunciato cinque condanne, compresi i patteggiamenti. Per altri tre imputati è stato disposto il rinvio a giudizio. Tra questi, c’è il neo collaboratore di giustizia Giuseppe Schembri.