Gela. “Ho litigato con mia moglie che voleva portare via nostro figlio ma non ho mai minacciato il piccolo”. Si è difeso così il cinquantunenne Vasile Pascu che lo scorso venerdì è stato arrestato dai carabinieri del reparto territoriale con l’accusa di aver tenuto in ostaggio il figlio di due anni all’interno di un’abitazione della zona di via Francesco Crispi.
In questo modo, l’uomo, difeso dall’avvocato Maurizio Scicolone, ha risposto alle domande formulate dal giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro. In base alla linea difensiva, Pascu, romeno residente da tempo in città, avrebbe risposto alla moglie che, dopo l’ennesima lite, aveva deciso di allontanarsi dall’abitazione insieme al piccolo. Il pubblico ministero Silvia Benetti, invece, ha contestato diverse accuse all’uomo, chiedendo la conferma del suo arresto all’interno del penitenziario di contrada Balate. L’avvocato Maurizio Scicolone, presente anche durante le frenetiche fasi della trattativa portata avanti venerdì dai carabinieri nei pressi dell’abitazione di via Crispi, ha cercato di mettere in luce i tanti problemi, occupazionali e di vita, del suo assistito.
Il legale ha chiesto il trasferimento di Vasile Pascu in una comunità, di modo da evitare la detenzione in carcere. “Quella sera – ha proseguito l’indagato – ho bevuto una birra dopo aver litigato con mia moglie ma non ho fatto del male al bambino”.
Adesso, spetterà al giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro decidere sulla conferma dell’arresto in carcere del cinquantunenne. Allo stato attuale, come fatto rilevare dall’avvocato Maurizio Scicolone, l’uomo non ha a disposizione nessuna residenza nella quale, eventualmente, scontare misure diverse dalla detenzione.