Gela. Hanno ridimensionato le accuse mosse nei confronti dei loro assistiti, mettendo in discussione l’esistenza stessa di un gruppo criminale capeggiato dal boss Giuseppe Alfieri. Davanti al giudice del tribunale di Caltanissetta David Salvucci, si sono susseguiti gli interventi dei difensori dei presunti affiliati alla banda scoperta a conclusione del blitz antimafia “Inferis”.
Stando all’avvocato Margherita Genco, Maria Azzarelli sarebbe sì, da diversi anni, la compagna di Alfieri ma non avrebbe preso parte ad alcuna attività criminale: la presunta refurtiva, in gran parte pezzi di bigiotteria, recuperata nella sua abitazione non sarebbe il frutto di rapine o furti.
Allo stesso modo, l’avvocato Giacomo Ventura ha messo in discussione non solo l’esistenza di un gruppo criminale ma, inoltre, le contestazione legate all’associazione mafiosa contestata ad alcuni degli indagati.
“Si tratta di singoli episodi – ha ribadito il legale – messi a segno da gente che si è spesso mossa solo nella dimensione della bassa criminalità locale”.
Per queste ragioni, ha escluso qualsiasi responsabilità in capo a Giuseppe Biundo ed Angelo Pirone: per quanto riguarda Francesco Giovane, invece, ha ammesso la responsabilità del suo assistito per un incendio d’auto e due furti, rigettando le altre contestazioni.
Nell’udienza del prossimo 16 aprile, spetterà all’avvocato Maurizio Scicolone concludere anche nell’interesse della presunta mente del gruppo Giuseppe Alfieri.