Gela. L’assemblea territoriale idrica ha appena approvato le tariffe idriche per il 2025, “in riduzione di un punto e cinquanta”, ha detto il presidente Conti. Da “Gran Sicilia”, il segretario nazionale Paolo Scicolone lancia invece una forte critica per ritardi, disservizi e omissioni. “La verità, evidente a tutti, è che una società privata, Caltaqua, e la matrigna partecipata Sicilacque, godono di ampia protezione politica. Società che operano in assoluta difformità rispetto ad accordi contrattuali e a etiche sociali e professionali si permettono, dopo più di diciotto anni di gestione, di accampare scuse o, peggio ancora, non accamparne affatto, per giustificare l’ingiustificabile e persino l’immorale. Forniture a singhiozzo, acqua di pessima qualità, lavori fatti male o mai fatti, come la ormai storica buca di via Magellano, rotture e manutenzioni inefficaci, soldi pubblici mal spesi, assistenza agli utenti nulla. Se qualche privato avesse dato la gestione di un proprio servizio aziendale ad una società che lavora con gli stessi criteri e con questi risultati non soltanto sarebbe intervenuto da tempo con l’interruzione dei rapporti, ma avrebbe chiesto un importante risarcimento per danni. Ma stiamo parlando di Sicilacque e Caltaqua – dice Scicolone – una a partecipazione regionale, con la Regione Siciliana che non trova il coraggio di punire se stessa, l’altra a partecipazione partitica non dichiarata. Il controllo sul servizio nel territorio spetta all’Ati, assemblea territoriale idrica, composta dai sindaci della provincia. Non si sa che controllo stia esercitando, visto che si continua, impuniti, a operare a danno degli utenti. Danno enorme dal punto di vista economico non solo per le altissime tariffe ma per i costi extra che ogni famiglia deve sobbarcarsi per l’approvvigionamento di acqua potabile imbottigliata e con autobotti”.
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