Gela. “Non è imputabile a causa dei suoi problemi psichici”. La corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, così, ha prosciolto Rocco Antonuccio, accusato di una serie di abusi e violenze ai danni della ex moglie.
Decisiva per arrivare al verdetto finale è stata la testimonianza resa dal perito nominato dal tribunale per effettuare i necessari approfondimenti sullo stato di salute psichica dell’imputato.
“E’ affetto – ha spiegato lo specialista in aula – da una patologia di tipo genetico. Ha evidenti problemi sia sul piano motorio che su quello cognitivo. Per questa ragione, non riesce a sostenere ragionamenti complessi. Non lo ritengo capace di poter rispondere alle accuse mossegli. Ha iniziato un percorso di cure che, comunque, può solo avere un effetto sedativo”.
Davanti alle parole rese dal perito, il giudice Fiore, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Fabrizio Molinari, ha scelto di non sentire gli altri testimoni presenti in aula. Dopo aver acquisito la relazione prodotta dallo stesso specialista, il presidente ha deciso di ritirarsi in camera di consiglio per la decisione.
L’assoluzione sposa la linea difensiva sostenuta dall’avvocato Francesco Enia. Il legale, infatti, già durante le precedenti udienze aveva chiesto ulteriori accertamenti sullo stato di salute mentale del suo assistito. L’ex moglie, invece, si è costituita parte civile insieme all’avvocato Nicoletta Cauchi. Dopo la lettura del dispositivo che ha confermato l’assoluzione per l’imputato, è esplosa la rabbia della donna.
“A cosa serve denunciare le violenze subite – si è sfogata fuori dall’aula – non siamo per nulla tutelate. E’ una vera e propria vergogna”. E’ stato necessario l’intervento dei carabinieri del reparto territoriale per limitare la tensione.