Area crisi, accordo di programma ancora fermo: Lorefice, “da ministro numeri agghiaccianti”

 
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Gela. Un quadro generale preoccupante. Risorse finanziarie quasi del tutto non spese e un totale di appena tre progetti autorizzati (solo uno al momento ha visto la luce sul territorio). Il senatore M5s Pietro Lorefice è ancora molto critico sugli esiti dell’area di crisi e dell’accordo di programma, ancora da rinnovare ufficialmente. C’è stata la risposta del ministro Urso alla sua interrogazione sul tema. “Dal ‘me ne frego’ dell’imputata Santanchè al ‘me ne frego’ del governo e del ministro Urso per la sorte delle aree di crisi industriale complessa, il passo è breve. Oggi abbiamo discusso in Senato una mia interrogazione che chiedeva conto al Ministero delle imprese e del Made in Italy, che cambia nome ma a quanto pare non modus operandi, degli imperdonabili ritardi nella messa a terra delle risorse per aiutare le imprese dell’area di crisi. Ebbene, sono emersi numeri agghiaccianti – dice Lorefice – nella precedente tornata dell’accordo di programma sono stati assegnati ed utilizzati solo poco più di 3 milioni di euro e soltanto per un’iniziativa imprenditoriale. Dopo la proroga dell’Alaccordo di programma, peraltro tardivamente intervenuta nel 2022, è stato mantenuto lo stanziamento residuale di 21,9 milioni di euro dal ministero delle imprese e dalla Regione Sicilia. Ebbene, come ci ha detto lo stesso Ministero di Urso a gennaio 2025 sono state ritenute ammissibili iniziative per solo 2 milioni di euro, assegnati a due iniziative sulle 14 arrivate al vaglio di Invitalia. Ora, mi pare chiaro che ci sia qualcosa che non va nei meccanismi di attuazione dell’accordo di programma, la cui finalizzazione è in mano a Invitalia e ai suoi bandi”.

Da tempo si ritiene che la normativa alla base delle agevolazioni sia fin troppo farraginosa. Non ci sono punti di contatto con le aziende del territorio né attività di supporto, come segnalato anche dal sindaco Di Stefano e dall’assessore Franzone. “C’è un problema dentro Invitalia? Le procedure di Invitalia sono per caso troppo farraginose? Per caso disincentivano le aziende? Potremmo avere su questo una delucidazione da parte dell’ad della società, Bernardo Mattarella? Perché il Ministero e Invitalia non risolvono prontamente una disfunzione che ormai ha assunto dimensioni ragguardevoli? Come è possibile che siano state messe a terra così poche risorse? Ci saremmo aspettati risposte a queste domande, non notiziole inconcludenti, di rito, o i soliti no travestiti da si farà e la comunicazione dell’ovvio, cioè che è in corso il rinnovo dell’accordo di programma. Inutile rinnovare formalmente un accordo che poi non si è capaci di attuare nella sostanza. Se neanche di fronte a ventidue mesi consecutivi di calo della produzione industriale nazionale il governo e Urso – aggiunge Lorefice – si danno una svegliata è perché evidentemente non vogliono svegliarsi. Lo dicano agli imprenditori, in particolare a quelli dei territori più fragili, che ogni mattina si svegliano all’alba e cercano disperatamente di reagire e darsi un futuro, combattendo contro il paese dei comportamenti dilatori, delle parole date e mai mantenute, delle risposte burocratiche e di facciata”.

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