Gela. Poco su Macchitella Lab e molto invece sul progetto, previsto da anni, per l’hub del banco alimentare. Questa mattina, in municipio, c’erano i vertici di Eni e appunto quelli del Banco alimentare. Si cambia. L’ex mattatoio, inizialmente indicato per ospitare la struttura, presenta criticità strutturali. È emerso da sopralluoghi. L’investimento è coperto da fondi delle compensazioni ma bisognerà trovare una sede diversa. Presenti all’incontro, oltre al sindaco Di Stefano che lo ha indetto, gli assessori Valeria Caci e Filippo Franzone, il presidente del consiglio Paola Giudice, il presidente della Bioraffineria Walter Rizzi e il direttore del Banco Alimentare della Sicilia, Domenico Messina. A questo punto, l’hub potrebbe sorgere in un’altra struttura comunale o in uno dei beni confiscato ai clan. “È stata avanzata l’ipotesi di individuare un nuovo locale, di ampiezza minima di 500 metri. In premessa va sottolineato – dice il sindaco Di Stefano – che Eni continuerà a garantire per tutto il 2025 il trasporto delle derrate alimentari destinate alle associazioni del territorio, così come ha fatto negli ultimi anni. Capiamo bene che si tratta di una soluzione ponte ma abbiamo già individuato una sede alternativa di oltre 600 metri, non escludendo anche un bene confiscato alla mafia acquisito dal nostro Comune. E’ nostra intenzione non perdere tempo ed abbiamo già chiesto agli uffici tecnici di verificare le condizioni del bene immobile individuato”. Intervenire sull’ex mattatoio avrebbe determinato un aumento netto dei costi.
Sembra che i presenti abbiano invece parlato assai meno dell’iter di Macchitella Lab, l’ex casa albergo Eni, attualmente ferma alla fase del comodato d’uso in favore del Comune. La questione è stata affrontata, tra le altre, ieri durante la riunione dell’alleanza del primo cittadino. Si vorrebbe averla a pieno regime non oltre il prossimo settembre, con l’avvio delle lezioni di uno dei master dell’Università Kore di Enna. Al momento, mancano il passaggio delle chiavi da Eni ai tecnici comunali, un protocollo di gestione, oltre ai lavori di adeguamento dell’area esterna.
Il banco alimentare andrebbe distribuito ai veri poveri e non a pioggia, e Si finisce per dare derrate ai falsi poveri. Andrebbero tutti registrati e muniti di una tessera. Almeno non si rischia che II falsi poveri tolgono derrate ai veri poveri come succede a pioggia.