Gela. Localizzare l’area del porto della città greca di Gela attraverso l’impiego di metodologie proprie della geoarcheologia, della geofisica e della paleoecologia, è lo scopo del progetto presentato ieri sera nell’auditorium del Liceo Eschilo sito in via Europa organizzato dall’Archeoclub di Gela. Gli studi effettuati mirano alla ricostruzione virtuale dell’antica linea di costa e dell’originaria rete idrografica, concentrando l’attenzione in particolare nell’area della contrada San Francesco-Conca, a nord dell’acropoli di Molino a Vento, dove lo studio della documentazione d’archivio e di foto aeree ha permesso di osservare una depressione soggetta a impaludamento che nell’antichità potrebbe essere stata occupata da uno specchio d’acqua .
Relatrice dell’evento anche la professoressa Grazia Spagnolo, responsabile del progetto e docente di archeologia classica all’università di Messina.