Gela. Lo strappo è praticamente irreparabile. L’area di sinistra che non si rivede nel “modello Gela” del sindaco Di Stefano è opposizione senza se e senza ma, non solo rispetto al primo cittadino civico ma anche nei riguardi di altri partiti della stessa area, in primis del Pd. Tra gli oppositori più intransigenti, c’è l’avvocato Paolo Cafa’, candidato alle amministrative nella lista “PeR” (maggiormente suffragato) e riferimento di Sinistra Italiana. Cafa’ non accoglie di buon grado la riflessione politica del commissario cittadino del Pd, Giuseppe Arancio. L’ex parlamentare Ars ha ribadito la piena sintonia tra il partito e il sindaco, prendendo le distanze da quella sinistra “che critica sistematicamente qualsiasi iniziativa intrapresa da Di Stefano”. L’ex assessore e consigliere comunale Cafa’, ancora una volta, diffida dei dem. “Il commissario del Pd, con le sue argomentazioni sulle attuali condizioni politiche della città, dimostra di vivere in un’altra realtà, diversa da Gela, e stranamente si adombra se c’è chi dissente dal “modello Gela” e dalle soluzioni propinate per risolvere la vexata quaestio del bilancio stabilmente riequilibrato. Addirittura sull’argomento ha dichiarato che il suo partito è impegnato a tutti i livelli, persino a livelli europei, c’è da piangere per come si prendono in giro i cittadini. Sta di fatto – dice Cafa’ – che hanno amministrato con altri negli ultimi quindici anni questa città e una soluzione ai vari problemi dell’attuale agenda politica non l’hanno mai saputa dare o trovare. Dove sono stati lui e il suo partito in questi anni? Arancio accetti le critiche e i consigli degli altri e impari che le critiche al sindaco sono legittime e non distruttive se sono volte a dare un contributo alla soluzione dei problemi, come quello del bilancio stabilmente riequilibrato e delle royalties, che il Pd e gli alleati di turno non hanno saputo utilizzare e spendere”.
Chiaramente, in attesa dell’esito di un ricorso giudiziario presentato per arrivare all’assise civica al posto dell’ingegnere Grazia Cosentino, Cafa’ non si rifà per nulla alle entità progressiste del progetto Di Stefano. “Il Pd – aggiunge – è un partito di potere e di establishment, che al prossimo rimpasto del nuovo anno chiederà ancora più poltrone perché è nel Dna, mettendo in difficoltà il sindaco e la stessa coalizione, magari non facendosi scrupolo di coabitare con entità ancora più dichiaratamente di destra di quanto non siano alcuni attuali amministratori. Dovrebbero studiare bene per comprendere quali sono le soluzioni, i problemi, le cause che hanno distrutto questa città”.