Gela. L’asse della droga tra la zona dell’agrigentino e Gela fu al centro di una vasta indagine, ribattezzata “Hybris”. I pm della Dda di Palermo individuarono il presunto affare del traffico di sostanze stupefacenti, che avrebbe avuto come perni importanti pure diversi gelesi. Le posizioni di alcuni di loro, per competenza territoriale, sono al vaglio del gup del tribunale locale, Francesca Pulvirenti. Questa mattina, la procura ha chiesto condanne. Sei anni e otto mesi per Giuseppe Domicoli e Orazio Luciano Curvà. Le contestazioni mosse nei loro confronti sono quelle principali. Un contatto tra agrigentini e gelesi sarebbe stato Gioacchino Giorgio. Per lui, la richiesta della procura è di cinque anni e quattro mesi di reclusione. Infine, quattro anni sono stati indicati per un altro imputato, Nunzio Ratto. Tutti furono destinatari di misure di custodia cautelare proprio a seguito del blitz “Hybris”, che ebbe come punto nodale la zona di Licata. Altri imputati hanno definito le loro posizioni e ci sono state condanne in altri filoni processuali.
Le difese dei quattro imputati che davanti al gup hanno optato per il giudizio abbreviato, nelle loro conclusioni hanno ricostruito dinamiche differenti, respingendo le contestazioni che collegano i coinvolti al traffico di droga. Gli imputati sono rappresentati, tra gli altri, dagli avvocati Salvo Macrì, Davide Limoncello e Giuseppe Smecca. In aula, per le eventuali repliche e per la possibile decisione si tornerà a febbraio.