Gela. A destra o a sinistra? Il sindaco Domenico Messinese, per ora, sta in mezzo.
“La politica è lavorare per la città”. Nessun passo ufficiale né adesioni, più o meno campate in aria. “Non mi pongo questo problema – dice – è vero, parlo anche con i candidati locali all’Ars. Mi interessa capire che tipo di progetti abbiano per questa città. Per me, la politica non è appartenenza di partito ma costruire una città diversa. Stiamo chiudendo l’iter del piano regolatore generale, abbiamo preso una posizione netta, anche a livello giudiziario, sulla vicenda Agroverde, i lavoratori dell’indotto Eni, pian piano, tornano in fabbrica. Invece, leggo che ancora qualcuno mi critica perché non ho scelto di ridurre la mia indennità. Vorrei informare tutti che, da due anni, cioè da quando sono sindaco, guadagno molto di meno e ho scelto di dare priorità alla città, mettendo spesso da parte anche la mia vita privata”. Nonostante da settimane, sul fronte di centrodestra, si susseguano incontri e contatti, nel tentativo di chiudere un’intesa con il sindaco, lui non appare affatto preoccupato, neanche dalla discussione sulla sfiducia. “Onestamente, non ho neanche letto per intero il testo della mozione – dice ancora – mi sono fermato al punto in cui mi si contesta di aver licenziato tre assessori del Movimento cinque stelle, due di questi adesso candidati all’Ars. Quindi, quelli che hanno firmato la mozione di sfiducia ritengono che io abbia sbagliato e sostengono quei tre assessori? A questo punto, mi chiedo se voteranno anche i due che sono candidati all’Ars”. Il sindaco, allo stesso tempo, mette un sigillo sulla sua giunta. “Sono tutti assessori che lavorano e danno l’anima – conclude – non vedo dove stia il problema”. Se ci sarà un’intesa, a destra o a sinistra, non è ancora chiaro. Messinese, però, difficilmente rinuncerà alle sue condizioni.
