Gela. Per i pm della Dda di Caltanissetta, partecipò all’azione in via Venezia, quando un anno fa, nel pieno del pomeriggio, un’auto venne centrata da diversi colpi di pistola. Un proiettile vagante raggiunse anche un’altra vettura, fortunatamente senza colpire gli occupanti. Otto anni e quattro mesi di reclusione è la pena imposta dal gup del tribunale di Caltanissetta al ventenne Giuseppe Peritore. Secondo le contestazioni, avrebbe avuto la disponibilità dell’arma e gli veniva addebitata l’aggravante mafiosa. L’accusa principale, confermata dal gup nisseno, è di tentato omicidio. Secondo gli inquirenti, i due che agirono spararono per uccidere. Venne presa di mira la vettura al cui interno c’erano Salvatore Azzarelli, pregiudicato e coinvolto in diverse operazioni anche antidroga, e la sorella. Non riportarono ferite preoccupanti. I due entrati in azione, con i volti coperti da caschi integrali, erano in sella ad uno scooter e si dileguarono nell’arco di pochi istanti, nonostante il traffico viario fosse intenso. Il pm ha concluso con la richiesta di condanna a dodici anni di detenzione, per il rito abbreviato ridotta a otto anni. La decisione del giudice ha ricalcato quasi del tutto le richieste della Dda.
La difesa di Peritore, con il legale Carmelo Tuccio, ha invece cercato di ricostruire la vicenda ribadendo l’assenza di elementi concreti per collegare il giovane all’azione, pure rispetto alla potenziale identificazione. Un altro ventenne fu inizialmente arrestato, ritenuto a sua volta pienamente coinvolto. Il riesame annullò l’ordinanza, scarcerandolo. I difensori provarono che in quelle ore non si trovava in città. Per la posizione di Peritore, proprio i giudici del riesame esclusero l’aggravante mafiosa che i pm hanno comunque avanzato nel giudizio.