Gela. Una vasta documentazione contabile, ma anche la richiesta
di sentire in aula diversi testimoni.
Il sequestro dei beni. La difesa del quarantacinquenne Valerio Longo e della moglie Monica Rinzivillo ha scelto questa linea per contestare la fondatezza del provvedimento di sequestro che, in estate, ha messo sotto chiave beni e patrimoni per quasi un milione di euro. Stando agli inquirenti e agli operatori della Direzione investigativa antimafia, quanto sequestrato sarebbe il prodotto del reinvestimento di capitali illeciti, legati al gruppo mafioso dei Rinzivillo. Ricostruzione contestata dalla difesa, sostenuta dall’avvocato Giovanni Lomonaco, che, appunto, ha deciso di presentare documentazione che andrebbe a smentire l’eventuale legame tra beni e criminalità. Saranno i giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta a valutare quanto prodotto. Il provvedimento è stato esteso a terreni, quote societarie e rapporti bancari. Il giudizio viene seguito anche dal socio di una delle aziende finite sotto sequestro, con l’avvocato Giuseppe Nicosia, e dalla rappresentante legale, con l’avvocato Salvo Macrì. Le loro posizioni, comunque, sarebbero marginali rispetto al filone principale.