Gela. Ci sono anche imprenditori gelesi nel settore ittico e dell’ortofrutta, due carabinieri ed un avvocato tra i 37 provvedimenti cautelari eseguiti da polizia, guardia di finanza e carabinieri.
Sequestrate anche aziende tra Roma, Gela, Lombardia e Germania. Al perno di tutto c’era Salvatore Rinzivillo, uscito dal carcere nel 2013 e tornato a delinquere. Avrebbe riallacciato rapporti anche a Gela, avviando contatti con uomini e aziende. Nell’elenco degli arrestati ci sono anche due carabinieri, accusati di accesso abusivo alle banche dati delle forze dell’ordine, da cui attingevano notizie riservate e passate ai Rinzivillo. Tra i principali complici di Rinzivillo c’è un altro gelese trapiantato a Roma, Santo Valenti, imprenditore nel ramo ortofrutticolo che, secondo l’accusa, faceva pesare nei suoi rapporti al Centro agroalimentare romano la sua ostentata amicizia con il boss.
Degli arrestati 34 in carcere 3 ai domiciliari, una quindicina a Gela eseguiti dal commissariato di Polizia retto da Francesco Marino.
Ecco le persone raggiunte dai provvedimenti, in neretto i gelesi.
Salvatore e Antonio Rinzivillo, (detenuto al 41 bis), Crocifisso Rinzivillo (detenuto a L’Aquila), Liborio Bongiorno, 45 anni, Umberto Bongiorno, 41 anni, Antonino Catania, 63 anni, Rosario Cattuto, 49 anni, Giandomenico D’Ambra, 46 anni, Gaetano Massimo Gallo, 45 anni, Giuseppe Flavio Gallo, 22 anni (arresti domiciliari), Filippo Giannino, di 50 anni, di Paternò, Angelo Giannone, 28 anni, Carmelo Giannone, 55 anni, detto sigaretta, Filippo Sergio Cesare Guarnaccia, 62 anni, Marco Lazzari, 47 anni, carabiniere romano, Giuseppe Licata, 52 anni, Francesco Majale di Mazara del Vallo, 51 anni, Antonio Giovanni Maranto di Palermo, 52 anni (detenuto), Ivano Martorana, 36 anni, inteso “12 kg”, residente in Germania, Claudio Mauro, 49 anni, Vincenzo Mulè detto Enzo l’Americano, 56 anni, Rolando Parigi, 45 anni, Antonio Passaro, 66 anni, Aldo Dino Pione, gelese residente a Busto Arsizio, 49 anni, Rosario Pione, 27 anni, Luigi Rinzivillo, 56 anni, Alessandro Romano, 25 anni, Antonio Romano, 30 anni (arresti domiciliari), Emanuele Romano, 49 anni, Giuseppe Rosciglione di Palermo, 38 anni, Salvatore Santangelo di Biancavilla, 47 anni, Santo Valenti, 55 anni, Angelo Golino, 64 anni, Salvatore Iacona, 55 anni, Paolo Rosa, gelese di 57 ann residente in Germania, Marco Mondini, 45 anni di Roma, Cristiano Petrone, carabiniere, romano di 43 anni.
Le estorsioni al Cafè Veneto
Più nel dettaglio, anche giovandosi dei rapporti instaurati con due infedeli “uomini di Stato”, Lazzari e Petrone, impiegati dal boss per l´acquisizione illecita di notizie sulla vittima attraverso l´abusivo accesso alle Banche Dati in uso alle Forze di Polizia, nonché, solo Lazzari, anche per l´effettuazione di sopralluoghi presso il Cafè Veneto. Rinzivillo e Valenti avrebbero incaricato Iacona e Cattuto di intimidre e minacciare la famiglia Berti per estorcere 180 mila euro.
La vittima dell´estorsione Aldo Berti, individuato quale persona solvente ed economicamente capace di soddisfare le indebite richieste, da un lato, presentava formale denuncia contro gli estortori e, dall´altro, al fine di dirimere la controversia, si rivolgeva al pregiudicato mafioso palermitano Baldassarre Ruvolo, prima collaboratore di giustizia e poi estromesso dal programma di protezione, già appartenente alla famiglia mafiosa di Cosa Nostra dei Galatoto dell´Acqua Santa di Palermo.