Accusato di aver messo in vendita auto con chilometraggio “ritoccato”: improcedibilità per un esercente

 
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Immagine repertorio

Gela. Una difformità nel capo di imputazione, eccepita dalla difesa, ha determinato una pronuncia di improcedibilità, che chiude il giudizio nei confronti di un rivenditore di auto usate, con attività in città. Per la procura, per quarantacinque vetture avrebbe agito al fine di metterle in vendita con un chilometraggio inferiore rispetto a quello reale. La difesa, sostenuta dal legale Giusy Cauchi, davanti al giudice Fabrizio Giannola, ha fatto richiamo a un procedimento analogo, sempre rispetto all’imputato, ma nei cui confronti la contestazione era di truffa e non invece di frode in commercio. Il difensore ha indicato l’esigenza di un’omogeneità nei capi di accusa, richiamando una pronuncia di Cassazione, sul tema. Il giudice, accogliendo la linea difensiva, ha riqualificato i fatti e in assenza di querela ha disposto l’improcedibilità. La procura, con il pm Gesualda Perspicace, in abbreviato, ha invece confermato la responsabilità, indicando la condanna a un anno e quattro mesi di detenzione.

Gli accertamenti degli investigatori si concentrarono sull’attività della società “Pausata auto”, facendo emergere presunte irregolarità nel chilometraggio delle vetture, che per la difesa però erano state acquistate dall’azienda, escludendo eventuali manomissioni addebitabili all’imputato.

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