Violenza sessuale in Guardia medica, la Uil: affiancare un infermiere ai medici

 
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Gela. La sicurezza nelle Guardie mediche, dopo la violenza sessuale subita da una dottoressa in servizio notturno a Trecastagne,

diventa argomento di riflessione anche nel territorio.

La proposta. “Proponiamo l’inserimento di un infermiere professionale accanto al medico e ad una eventuale guardia armata”. E’ questa la proposta avanzata da Rosario Di Fede, caposala al Pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele” e dirigente Uil comparto sanità. Anche Di Fede, in sintonia con quanto affermato dal direttore generale dell’Asp di Catania, che esclude la militarizzazione delle strutture assistenziali evidenziando i momenti di pericolo che potrebbero celarsi nelle visite domiciliari e nei continui spostamenti verso gli ospedali, crede che sia possibile contrastare il fenomeno con un semplice potenziamento del servizio.

Le motivazioni. “La presenza di un infermiere professionale aumenterebbe anche il livello assistenziale delle Guardie mediche – aggiunge Di Fede – oltre ad essere un valido supporto in caso di situazioni estreme che conosciamo bene anche al pronto soccorso ospedaliero di via Palazzi. Non essere soli permette di arginare il problema e sollecitare un eventuale intervento delle forze dell’ordine. L’infermiere nelle Guardie mediche potrebbe ridurre, indirettamente, il carico di lavoro al Pronto soccorso, espletando le terapie prescritte dal medico – conclude – Spesso gi utenti delle Guardie mediche vengono dirottati ai pronto soccorso per la somministrazione dei farmaci prescritti”.

La solidarietà dalla Uil. L’esponente della Uil, comparto sanità, condanna aspramente la violenza sessuale al medico avvenuto a Trecastagni. “Noi operatori sanitari conosciamo i luoghi dove lavoriamo – conclude Di Fede – Ecco perché ci permettiamo di dare suggerimenti e chiedere interventi celeri a chi delegato a organizzare la Sanità”.

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