Gela. Una svolta vera e propria non c’è ancora stata. L’accordo attuativo è stato approvato di recente ma per il porto rifugio servono passi ulteriori. Uno potrebbe essere quello di domani, quando il sindaco Di Stefano e una delegazione dell’amministrazione comunale, a Palermo, incontreranno vertici e personale tecnico dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale. Sulla carta, dopo le interlocuzioni di queste settimane, dovrebbe essere l’occasione per valutare il progetto predisposto per gli interventi nel sito, attesi da anni. I lavori per l’escavo e per tutte le altre operazioni previste, dovrebbero assorbire risorse per non meno di quaranta milioni di euro, che spetterà all’Autorità reperire. Palazzo di Città non può che confermare l’iniziale cifra di circa cinque milioni di euro, sulla scorta dell’originario accordo stretto con Eni. I lavori sono stati per anni un miraggio, alimentato spesso dalla politica locale. Servirebbe una mossa decisa. Il sindaco Di Stefano, che sta seguendo in prima persona il caso porto, domani ha intenzione di richiedere delucidazioni ampie sull’iter autorizzativo. Quindi, sui permessi già ottenuti e su quelli che devono ancora essere concretizzati. Anche su questo versante si gioca la partita dei lavori per il porto, che non possono più aspettare.
Il primo cittadino, con la rimodulazione recente della sua giunta, ha affidato la delega al mare all’assessore dem Giuseppe Fava, che se ne sta occupando senza tralasciare il porto rifugio. L’ultimo tavolo tenutosi in municipio, con la piena partecipazione del management dell’Autorità, condotta dal presidente Pasqualino Monti, è stato reso possibile dai contatti istituzionali tenuti da dirigenti del Pd locale.