Gela. Una serie di eccezioni preliminari, per il tramite della difesa, ha caratterizzato l’avvio del procedimento a carico di un quarantenne, accusato di violenza sessuale a danno del figlio che all’epoca dei fatti aveva meno di dieci anni. Aspetto, quest’ultimo, che ha aperto alla competenza dei giudici della Corte d’assise di Caltanissetta. Questa mattina, i legali Salvo Macrì e Luigi Cinquerrui, che rappresentano l’imputato, hanno anzitutto richiesto l’astensione del presidente dell’assise nissena, ritenendo che abbia avuto la possibilità di accedere agli atti del pm, presenti nel fascicolo dei giudici. Un’iniziativa che non è stata accolta. I difensori, inoltre, hanno eccepito l’incompetenza per materia della Corte d’assise, in favore invece del tribunale di Gela. I magistrati gelesi avevano trasmesso gli atti, indicando la loro incompetenza, proprio a seguito dell’età del bambino che è alla base dell’aggravante contestata al padre, attualmente imputato. Anche rispetto al procedimento innestatosi, i legali hanno insistito sulla necessità che gli atti venissero trasmessi anzitutto al pubblico ministero. Tra gli altri punti, i difensori hanno messo in discussione la fondatezza della costituzione di parte civile dei nonni materni del bambino. La Corte d’assise si pronuncerà, con ordinanza, già venerdì. Nel procedimento, sono parti civili la madre del piccolo, ex moglie dell’imputato, e appunto i nonni.
Sono rappresentati dagli avvocati Eleanna Parasiliti Molica e Giovanni Di Giovanni. I legali della famiglia del bambino, a loro volta, si sono opposti alle eccezioni difensive, facendone rilevare la natura dilatoria e ribadendo come ci siano state pronunce precedenti contrarie alle richieste mosse dagli avvocati del quarantenne. La procura gelese sta seguendo il procedimento, attraverso il pm Dina Aletta.