Indagine su subappalto, l’accusa di fatture per operazioni inesistenti: in appello c’è l’assoluzione

 
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Gela. Per gli investigatori, le fatture emesse a seguito di un subappalto concesso dalla sua azienda sarebbero state per operazioni del tutto inesistenti. Un imprenditore del settore edile, in primo grado, fu condannato ad un anno, oltre ad una serie di misure interdittive. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, invece, hanno rivisto quella decisione, assolvendolo. Con la formula “per non aver commesso il fatto”, è arrivata la decisione, con l’accoglimento del ricorso avanzato dai difensori, gli avvocati Joseph Donegani ed Emanuele Maganuco. Già in primo grado, era venuta meno l’ipotesi dell’inesistenza oggettiva.

In appello, è caduta anche quella oggettiva. Gli accertamenti si concentrarono sulla subappaltatrice e sul fatto che non fosse attiva da tempo. I difensori dell’imputato però hanno spiegato che fu proprio lui a versare l’Iva per le fatture rilasciate, escludendo quindi un eventuale vantaggio acquisito. La procura generale ha concluso per l’assoluzione, pronunciata dalla corte nissena.

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