Gela. Le associazioni datoriali si sono dimostrate piuttosto contrarie alla linea della tassa di soggiorno, dettata dall’amministrazione comunale. Non intendono riconoscere una misura che ritengono vessatoria, anzitutto per le attività del settore turistico. Non sono dello stesso avviso gli aderenti a Conflavoro Pmi Gela e area sud Caltanissetta. L’avvocato Eugenio Catania, riferimento della sigla a livello locale, spiega invece che la tassa di soggiorno apre una buona finestra per la città e per i servizi. “Riteniamo da tempo che la tassa di soggiorno possa essere utile a migliorare le prestazioni turistiche della città. La legge regionale 24 dicembre 2013, n. 27, insieme al decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, vincola l’utilizzo della tassa di soggiorno alla promozione e al miglioramento dei servizi turistici, culturali, all’organizzazione di eventi o al restauro o alla creazione di opere artistiche. Inoltre, in Sicilia, per accedere a determinate tipologie di finanziamenti pubblici destinati a progetti nel settore della cultura e del turismo, è spesso richiesto nei bandi che il Comune abbia introdotto la tassa di soggiorno. Questa misura è stata stabilita per incentivare le comunità locali a sviluppare strategie di promozione turistica e a garantire risorse aggiuntive per il settore. In particolare, la tassa di soggiorno è vista come un mezzo per finanziare attività e interventi che migliorano l’offerta turistica, rendendo i comuni più idonei a ricevere fondi regionali per progetti culturali e turistici. Pertanto, sosteniamo l’introduzione della tassa di soggiorno perchè ha un vincolo di spesa destinato all’indotto turistico. Ci consente di attingere a risorse regionali per il miglioramento della nostra offerta turistica. Fornisce dati più attendibili sui flussi turistici in città, contribuendo così al miglioramento delle prestazioni”, dice Catania.
Ovviamente, per la sigla datoriale non si può trascendere, imponendo balzelli fin troppo pesanti. “Auspichiamo che la tassa di soggiorno sia mantenuta ad un livello minimo, soprattutto parametrata in modo da risultare più economica rispetto ai Comuni limitrofi, evitando così di diventare uno svantaggio competitivo. Se normativamente possibile, ci piacerebbe che fosse parametrata in modo da ridurre l’incidenza con l’aumentare del numero di giorni di permanenza”, conclude Catania.