Gela. Ha denunciato, più volte, d’essere stato vittima di usura ed estorsione. Per questa ragione, si sono aperti due diversi procedimenti giudiziari: l’ultimo dei quali, a carico appunto del suo presunto estorsore, è tutt’ora in corso davanti al giudice Domenico Stilo.
Il commerciante Alessandro Barone ha deposto rispondendo alle domande formulate dallo stesso magistrato e dal pubblico ministero.
Ha descritto le presunte minacce recapitategli dal quarantasettenne Angelo Bruno Greco, sotto processo con l’accusa di tentata estorsione. L’imputato, con diversi precedenti penali alle spalle, avrebbe agito per conto di un altro commerciante, titolare di una rivendita di pesce, già condannato in via definitiva per i prestiti a strozzo assicurati proprio a Barone.
La presunta vittima, a causa del vorticoso giro d’usura che lo travolse, ha dovuto chiudere la propria attività.
“Dopo le prime richieste – ha ammesso in aula – ero molto spaventato. Così, scelsi di rivolgermi alla guardia di finanza. Raccontai quello che mi era successo e le minacce che mi erano state rivolte. Dovevo restituire i soldi che mi avevano consegnato”.
Stando alla sua ricostruzione dei fatti, Greco, difeso dall’avvocato Davide Limoncello, in almeno tre occasioni, avrebbe cercato d’imporgli il pagamento di quanto dovuto.
