Gela. La soluzione della tassa di soggiorno, per cercare di risollevare le casse comunali fiaccate dal dissesto, ha ricevuto un no secco dagli aderenti a Confcommercio oltre che dal laboratorio politico “PeR”. A sorpresa, ma forse non troppo, arriva invece il sì dell’ex assessore, con delega al turismo, il centrista Salvatore Incardona. Per l’ex componente della giunta Greco, l’iniziativa dell’amministrazione Di Stefano va in direzione favorevole alla città. “Oggi potrebbe sembrare aberrante parlare di tassa di soggiorno all’interno della nostra città e non nascondo un certo imbarazzo nel leggere diverse lamentele e critiche su questa iniziativa presa dall’amministrazione comunale. Ricordo a me stesso – spiega Incardona – che Gela prima di essere una città a vocazione industriale, fu a vocazione turistica e agricola. Durante il mio mandato assessoriale, cercai di inserirla nel circuito nazionale “Le vie dei tesori” ma nonostante la presentazione ufficiale alla Bit di Milano, fu impossibile perché in fase di predissesto ricevetti parere contrario alle spese da sostenere per far parte del circuito turistico. Ma oggi, se vogliamo crescere e guardare al futuro e alla crescita della nostra città, non possiamo fare altro che applaudire a queste iniziative perché in un certo qual modo potrebbero convogliare Gela nell’inizio di un circuito turistico. Abbiamo tanto e non lo sappiamo sfruttare. I turisti non devono soltanto ammirare le mura Timoleontee o l’acropoli greca ma potrebbero visitare le varie chiese, che però al mattino sono sempre chiuse e le varie stradine caratteristiche, in centro storico e non solo, faccio un esempio “u rabbateddu” che prende il nome dal mercato marocchino di Rabat, così come anche le mura federiciane sparse in giro per la città e totalmente dimenticate dai cittadini”.
Incardona non alza steccati e forse la sua posizione si può interpretare anche su un piano politico. “Che ben venga la tassa di soggiorno nella nostra città – precisa – ma consiglio vivamente al sindaco e all’assessore di riferimento di creare un vero a proprio circuito cittadino che preveda la possibilità di tenere le chiese aperte e visitabili ai turisti e l’impiego delle associazioni culturali che spieghino ai turisti la storia dei nostri quartieri. Solo allora la tassa di soggiorno potrà avere un giusto significato”.