L’intesa su Timpazzo è lontana, duro confronto in prefettura: i sindacati, “i soldi non verranno sbloccati, c’è lo stato di agitazione”

 
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Gela. Sul pagamento dei servizi effettuati all’interno della discarica

Timpazzo non c’è accordo.

L’intesa è lontana. Le parti, convocate davanti ai funzionari della prefettura di Caltanissetta, sono decisamente distanti. Così, sindacati e lavoratori annunciano lo stato di agitazione. Da un lato, c’è l’Ato Cl2, con il commissario liquidatore Giuseppe Panebianco e il tecnico del sito Sergio Montagnino che devono fronteggiare enormi difficoltà di cassa, tanto da mettere in discussione tutte le attività in discarica; dall’altro, ci sono i comuni dell’ambito, a partire da quello di Gela, che invece non rispettano i pagamenti delle quote di conferimento. Senza soldi, si rischia lo stop, non solo a Timpazzo ma anche all’impianto di compostaggio di contrada Brucazzi. Per ora, neanche la mediazione del prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta sembra produrre effetti. Addirittura, ritorna in discussione anche l’efficacia della transazione che dovrebbe garantire la copertura di un maxi debito, da quasi tredici milioni di euro, che il Comune di Gela vanta nei confronti dell’Ato, maturato negli anni passati. Negli scorsi mesi, l’amministrazione comunale ha concordato di subentrare nella gestione della fase post mortem del sito, dopo il fermo delle due vasche attualmente utilizzate. Dal municipio, almeno per i servizi effettuati in discarica, dovrebbe arrivare quasi un milione di euro. I soldi, però, non sono stati sbloccati. Una situazione analoga a quella di tanti altri comuni dell’ambito, a cominciare da Niscemi. Durante il vertice, non sono mancati i toni accesi nel confronto tra il commissario Giuseppe Panebianco e il vicesindaco Simone Siciliano. Adesso, in ballo, c’è anche la necessità dell’accertamento dei crediti. “Così, proprio non va – dicono invece i segretari confederali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Maurizio Castania e Nicola Calabrese – non è stata trovata un’intesa e, quindi, i soldi non verranno subito sbloccati. Ci sono circa quaranta operai, impegnati nei servizi in discarica, che non percepiscono soldi da oltre quattro mesi, con le loro aziende che non incassano. Già da domani, dichiareremo lo stato di agitazione, con un cospicuo pacchetto di ore di sciopero. Non capiamo perchè gli amministratori locali arrivino a mettere in discussione quanto certificato dai bilanci dell’Ato, peraltro sottoscritti da loro stessi”. Al vertice in prefettura, convocato proprio su richiesta dei confederali di Cgil, Cisl e Uil, c’erano anche alcuni imprenditori, titolari delle aziende che lavorano a Timpazzo. Senza un passo in avanti decisivo, Timpazzo rischia veramente lo stop.

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