Gela. In tempo di sfiducia, o presunta tale, un programma
condiviso potrebbe essere la chiave di volta per garantire alla giunta altri tre anni di governo della città.
“Andiamo oltre gli schieramenti”. La mozione unica è ferma al palo, ufficialmente con solo undici firme, e gli approcci politici non mancano. Il sindaco Domenico Messinese, però, sembra voler porgere la mano, chiudendo un lungo periodo di tensione, soprattutto con il consiglio comunale. “Confrontiamoci sulle cose da fare per la città – dice – il mio ruolo mi impone di avere contatti con tutte le forze politiche. A me, interessa solo portare a casa risultati, non faccio differenze di schieramento. Un programma condiviso per la città si può definire, ma con la collaborazione di tutti. Possiamo andare oltre gli schieramenti. La mozione di sfiducia? Non è una questione che mi riguarda. Se il documento dovesse arrivare in aula consiliare, allora spiegherò le mie ragioni e quelle della mia giunta”. Il passo in avanti del sindaco è più che evidente. “Il consiglio comunale è molto importante – dice ancora – forse, anche io e gli assessori, fino ad ora, non siamo stati del tutto capaci a divulgare i risultati raggiunti. Anche per questa ragione, probabilmente, i consiglieri si sono sentiti esclusi dal processo decisionale. Il confronto è possibile, incentriamolo sulle cose da fare. Io sono sempre disponibile ad ascoltare, senza nessun condizionamento politico”.
“La giunta? Se ci sono personalità di spessore…”. Da settimane, il gruppo del sindaco, confluito in Sviluppo Democratico, dopo il divorzio a tinte forti dal Movimento cinque stelle, viene dato in trattativa con quelli del centrodestra, ad iniziare dai fedelissimi del candidato alla Regione Nello Musumeci. “Ribadisco, il mio ruolo istituzionale mi impone di non trascurare nessun contatto politico – conclude – parlo con tutti e lo faccio nell’interesse della città. Stiamo raccogliendo i frutti di quanto fatto, penso solo alla vicenda Eni, con bonifiche partite, una green refinery in fase di realizzazione e l’indotto che è tornato a lavorare quasi a pieno regime. Sono questi i campi di confronto, ma bisogna andare oltre, partendo da ciò che c’è ancora da fare. La giunta? Non credo ci sia l’esigenza di apportare modifiche, ma se spuntasse all’orizzonte una qualche personalità che, a nostro modo di vedere, possa garantirci ulteriore qualità, allora sarei il primo ad aprirgli le porte”. In una fase politica come questa, con la sfiducia che rischia il flop e la scadenza delle regionali di novembre, tutto diventa possibile.