Gela. In appello, ridotta la condanna al ventisettenne Nunzio Di Noto.
Il colpo nella concessionaria. Il giovane è ritenuto tra i componenti di un presunto gruppo che, nel dicembre di sei anni fa, prese di mira l’allora concessionaria Bordieri, in via Venezia. Sparirono moto e minimoto per un valore complessivo di circa centoventimila euro. Dall’attività commerciale vennero portate via potenti moto Bmw, Kawasaki e Mv Agusta, oltre a tutte le chiavi d’accensione presenti negli uffici della rivendita. Un anno di reclusione, questo il verdetto giunto dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, a fronte dei due anni e mezzo imposti in primo grado. Ad impugnare il verdetto di condanna di primo grado, è stato il difensore di fiducia, l’avvocato Francesco Enia. La difesa, già davanti ai giudici del tribunale di Gela, aveva sollevato diverse incongruenze rispetto alla ricostruzione d’accusa. Elementi che sono stati portati anche in appello. Il legale ha sempre contestato l’esito delle verifiche sulle impronte digitali e, soprattutto, la riconducibilità allo stesso Di Noto, che ha escluso di aver preso parte all’azione. Proprio la difesa, non a caso, ha premuto sul fatto che le impronte digitali ritrovate sul posto, riconducibili al giovane, fossero da legare ad alcune visite, precedenti al furto, in quella stessa concessionaria con l’intenzione di avviare le pratiche d’acquisto di un motociclo. Non ci sarebbero mai stati dati certi, inoltre, circa l’effettiva presenza del ventiseienne la notte del maxi furto e sarebbero mancati approfonditi accertamenti sul funzionamento del sistema d’allarme e di videosorveglianza. I giudici d’appello hanno preso in considerazione quanto sostenuto dal difensore e, così, è arrivata una pronuncia di condanna meno pesante. Il difensore, comunque, impugnerà la decisione anche in Cassazione.