Gela. “Alimenteremo gli aerei. Sugli aerei al momento non vedo alternative rinnovabili, neanche immaginate dagli scienziati”.
Con queste parole Giuseppe Ricci, direttore generale Refining & Marketing di Eni, rilancia lo sviluppo economico della fabbrica di contrada Piana del Signore in fase di trasformazione che da giugno del prossimo anno inizierà a produrre idrogeno con l’avvio del nuovo impianto “Steam Reforming”.
“Il bio-jet può costituire un futuro prossimo ma nel medio e lungo periodo di questo impianto – assicura l’ingegnere Ricci – perché oggi con la produzione di bio-diesel siamo solamente al primo step della riconversione.
Molto facilmente potremmo produrre bio-jet e, quando non ci sarà più la richiesta di diesel e neppure di bio-diesel, alimenteremo gli aerei”.
Il manager Ricci è intervenuto dalla sala congressi della Raffineria Gela (RaGe) alla presenza di Luigi Ciarrocchi, responsabile del progetto Gela di Eni, Bernardo Casa (presidente settore refining) e del management di Rage, rispettivamente Maurizio Mazzei (presidente) e Alfredo Barbaro (amministratore delegato) in occasione della posa della prima pietra dello “Steam Reforming” e per illustrare lo sviluppo del protocollo d’intesa sottoscritto al Mise (Ministero dello Sviluppo economico) il 4 novembre 2014 che ha sancito la fine della raffinazione del petrolio in cambio dell’olio di palma e successivamente solo di olii esausti.
Nei prossimi due anni la fabbrica di contrada Piana del Signore diventerà una raffineria verde capace di produrre bio carburanti, sulla scia di quanto avviene nel sito Eni di Venezia. “Il progetto green è costato finora a Eni 500 milioni di euro – spiega Giuseppe Ricci – per studi, progettazione e realizzazione dell’impianto di Venezia e, adesso, di Gela. In questo sito stiamo vivendo una fase di transizione non assistenziale ma reale e capace di garantire economia”.
La Raffineria di contrada Piana del Signore avvierà la produzione di idrogeno a giugno del prossimo anno e, dodici mesi più tardi, andrà in marcia anche il nuovo impianto di pretrattamento delle biomasse, indispensabile ad utilizzare per il 100% della capacità di lavorazione materie prime di seconda generazione composte dagli scarti della produzione alimentare.
I vertici del colosso energetico Eni hanno confermato che tutte le attività procedono in linea con quanto previsto dall’intesa e che dalla firma del Protocollo fino a luglio 2017 l’impegno economico sostenuto ammonta a circa 555 milioni di euro.