Sterilizzazioni e cure per i randagi, Oipa: “Troppi ritardi, situazione grave”

 
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Gela. È sempre più emergenza sterilizzazioni e cure per i randagi, in città. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) traccia il quadro. “Animali feriti o malati devono aspettare molte ore prima che vengano recuperati e curati’, racconta la delegata Oipa Liliana Mistretta. “Il Comune ha la convenzione con un canile lontano 77 chilometri e non esiste un ambulatorio veterinario Asp che possa consentire di dare le prime cure e stabilizzarli per poi trasferirli. Chiediamo l’istituzione di un ambulatorio veterinario pubblico, prevista dalla legge regionale n.15 del 3 agosto 2022, la cui gestione sanitaria sia affidata all’Azienda sanitaria provinciale”. L’associazione denuncia la grave situazione di cucciolate all’addiaccio fuori controllo e animali malati senza cure. L’Oipa rinnova l’appello al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e all’assessore alla Salute, Giovanna Volo, affinché si corra ai ripari per evitare una moltiplicazione di cucciolate e animali malati in strada. La richiesta è quella di sollecitare l’Asp e il Comune affinché attivino anche convenzioni con veterinari privati e reperiscano nuovi ricoveri per gli animali senza casa. I volontari, di tasca propria, sono costretti a intervenire nelle more delle Amministrazioni, ma non possono sostituirsi a queste nella loro lotta quotidiana per cercare di salvare le vite degli animali.

“Cerchiamo d’intervenire quanto più possiamo impegnando risorse nostre: mettiamo ogni giorno tempo, energia e denaro per fare quello che altri dovrebbero fare e non fanno», aggiunge Mistretta. “A questo punto non possiamo fare altro che chiedere aiuto alla Regione Siciliana. Facciamo appello al presidente Schifani e all’assessore Volo affinché sollecitino un immediato intervento di Comune e Asp che aiuti i randagi in città”. L’Oipa si appella anche a Comune e Asp. “Non lasciateci soli e non lasciate soli gli animali che soccorriamo cercando di colmare le vostre lacune. Dateci ascolto, troviamo insieme una soluzione”.

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