Gela. “Non è certo casa sua. Ha il dovere di presentarsi a svolgere il servizio di guardia medica anche perché, in caso contrario, dovrebbe decadere dall’incarico”. Non usa mezzi termini il dottor Alfio Tricomi, alimentando nuovamente tutti i suoi dubbi sul doppio ruolo, deputato regionale e titolare di un rapporto convenzionale di medicina generale e continuità assistenziale con la locale Asp, attualmente svolto da Pino Federico.
Stando al coordinatore del servizio di guardia medica Tricomi, il deputato regionale dal momento della riattivazione del suo rapporto di continuità assistenziale non avrebbe svolto neanche un turno.
“In questo modo – continua il medico – mette in difficoltà tutto il sistema dei turni. Senza contare la posizione della collega che svolgeva il servizio prima del suo ritorno e che, adesso, non trova più spazio”.
Pino Federico, però, rimanda al mittente ogni accusa. “Sono contestazioni – spiega – che non stanno né in cielo né in terra. Vorrei solo capire, ad esempio, perché il dottor Tricomi non si sofferma su tutti i turni ulteriori che lui e gli altri colleghi svolgono in mia assenza. Turni, ovviamente, ben remunerati. A questo punto, il coordinatore del servizio di guardia medica risponderà nelle sedi dovute. Non accetto strumentalizzazioni soprattutto intorno alla mia attività professionale”. Tricomi è chiaro nella sua posizione.
“Non ho mai accusato nessun di rubare – spiega – è chiaro che chi si occupa di politica all’Ars non può assicurare la sua costante presenza alla guardia medica. Ho più volte esposto il problema sia al responsabile provinciale del servizio che al commissario Vittorio Virgilio. Mai nessuno, però, mi ha risposto”.