Gela. Ci furono responsabilità del giovane che era alla guida della vettura, ribaltata in uno dei tratti viari ex Asi. Quell’incidente, risalente a cinque anni fa, determinò la morte della quindicenne Vittoria Caruso, che era a bordo dell’auto. Ragioni che hanno portato il pm Luigi Lo Valvo, questa mattina davanti al gup del tribunale Riggio, a richiedere la condanna ad otto anni di detenzione per Gaetano Vizzini. Il decesso della minore fece partire un’indagine, che attraverso perizie tecniche, ha portato inizialmente all’accusa di omicidio volontario poi ridefinita dalla procura in omicidio stradale, un’ipotesi quindi colposa. Per il pm, ci sarebbe stata una condotta di guida da parte dell’imputato deliberatamente al limite, fino al ribaltamento del mezzo. Le ferite riportate dalla quindicenne si rivelarono troppo profonde. La sua morte ha generato un enorme dolore nei genitori che seguono il procedimento attraverso la società “Giesse risarcimento danni”, con il legale Rita Parla. Come parte civile, nelle conclusioni, è stata ribadita la linea dell’accusa. Sulla scorta di una delle perizie, è stato fatto rilevare che l’imputato oltre alla condotta di guida pericolosa, aveva assunto alcol e sostanze stupefacenti. Il legale, che assiste la famiglia attraverso la società, ha anche indicato l’esigenza della revoca della patente per Vizzini. I genitori della quindicenne, ormai da tempo, stanno veicolando un’azione pubblica di sensibilizzazione per la sicurezza stradale e contro le morti che strappano alla vita tanti giovani.
Per la difesa, con il legale Sinuhe Curcuraci, non ci sarebbe stata una condotta pericolosa da parte di Vizzini. È entrato ancora una volta nel merito della ricostruzione tecnica condotta dai periti. Aveva già contestato l’iniziale ipotesi di omicidio volontario. Per la procura e la parte civile, “dopo aver raggiunto i 120 chilometri orari, Vizzini tirò il freno a mano, sterzando a sinistra ed effettuando un testa coda”. In aula, per le repliche e la possibile decisione, si tornerà a dicembre.