Gela. Il grillino Angelo Amato, il forzista Salvatore Scerra
e il consigliere di Sicilia Futura Sandra Bennici dicono sì alla mozione di sfiducia, che si è trasformata in un’estenuante rincorsa alla firma, probabilmente poco utile alla città.
Tensione Amato-Sicilia Futura. A differenza di ventiquattro ore fa, quando le firme raccolte erano appena nove, adesso il borsino sale a dodici, ovvero la soglia minima per portare in aula la discussione. “Non condivido il contenuto di questo documento, che mi sembra veramente vuoto – dice il grillino Amato – ho scelto di firmare, dopo l’iniziale no, perché assumo una responsabilità verso chi mi ha eletto. E’ chiaro che rimangono le mie valutazioni negative su altri consiglieri che stanno condividendo il documento. Sono in consiglio per chiedere trasparenza e individuare i responsabili dello scempio degli ultimi vent’anni e ritengo che alcuni colleghi dovrebbero fare un passo indietro. Non accetto la teoria del fine che giustifica i mezzi”. Gli strali politici di Amato sono rivolti soprattutto al gruppo di Sicilia Futura, con in testa l’ex assessore Giuseppe Ventura e il consigliere Sandra Bennici. Proprio Bennici ieri aveva detto no ad una mozione condivisa anche da Amato. Adesso, cosa accadrà? “Ho scelto di firmare – ha spiegato questa mattina – perché non condivido le scelte della giunta Messinese. Allo stesso tempo, avrei preferito una mozione condivisa da tutto il centrosinistra, senza attendere i grillini che sono la causa di quanto sta accadendo a livello amministrativo. Non accetterò una mozione unica con la firma del consigliere Angelo Amato”. Amato, però, firma. I consiglieri di Sicilia Futura faranno un passo indietro? “Il consigliere Sandra Bennici ha deciso di seguire gli altri esponenti di Sicilia Futura – spiega il segretario cittadino Francesco Giudice – perché noi siamo coerenti. La firma di Angelo Amato? A questo punto, dobbiamo valutare insieme al partito. Condividere un documento con questo signore che ha rilasciato dichiarazioni ignobili contro due esponenti del nostro movimento ci mettere decisamente in difficoltà”.
Energie per l’Italia valuterà le prossime mosse. Sull’eventuale posizione da assumere, qualora la discussione sulla sfiducia arrivasse in aula, si confronteranno anche quelli di Energie per l’Italia che, comunque, con i due consiglieri comunali Luigi Di Dio e Francesca Caruso hanno deciso di non firmare il documento unitario, che come spiega il coordinatore cittadino Francesco Pollicino “è frutto di assoluta improvvisazione”. Il documento è già stato firmato da Simone Morgana, Virginia Farruggia, Vincenzo Giudice, Angela Di Modica, Carmelo Casano, Giuseppe Ventura, Antonino Biundo, Cristian Malluzzo e Maria Pingo.