Gela. Sono accusati di aver interrotto, senza preavviso, il servizio di raccolta dei rifiuti in città nell’estate di quattro anni fa.
Per questa ragione, davanti al giudice Domenico Stilo, si trovano alla sbarra nove operai della ditta Roma Costruzioni. Furono proprio i titolari dell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a segnalare i ritardi nei turni di servizio. Gli imputati, così, si sono presentati per essere sentiti proprio dal giudice Stilo e dal pubblico ministero.
“Non abbiamo interrotto nessun servizio – hanno spiegato durante le loro deposizioni – le zone assegnateci, nonostante il ritardo di poche ore, sono state comunque pulite. Oltre alla nostra società, opera anche l’azienda Sap. Saremmo stati ugualmente coperti. Il nostro era solo un modo per far capire ai titolari che non potevamo attendere altre settimane prima di essere pagati. Quando decidemmo di ritardare il giro di servizio, eravamo indietro di tre mensilità”.
Questa, quindi, la linea sostenuta dagli imputati, difesi dall’avvocato Giovanni Cannizzaro.
“Non avevamo altre possibilità di manifestare il nostro disagio – hanno concluso – è una situazione che continua da anni. Anche adesso, siamo indietro con le retribuzioni. Abbiamo tutti una famiglia da mantenere”.
Stando all’accusa, invece, gli operai avrebbero interrotto il servizio senza alcun preavviso: neanche i sindacati del settore sarebbero stati avvertiti.