“Lo devo fare cadere teso teso”: La banda mirava ad un poliziotto

 
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Gela. I “carusi” di Villaggio Aldisio avevano capito che qualcosa non quadrava: gli investigatori, infatti, li stavano tenendo sotto stretta osservazione.

I primi ad accorgersene sarebbero stati i cugini Nunzio e Luigi Di Noto insieme a Nunzio Esposito Ferrara.
Immediata la loro reazione: tanto da tirare in ballo un dirigente di polizia, secondo loro, fin troppo scomodo.
“Ho giurato che se mi vengono ad arrestare e viene questo – diceva Nunzio Di Noto – gli do un pugno e lo devo fare cadere teso teso”.
Lo scorso marzo, durante una delle loro tante visite alla casa rurale di contrada Burgio per testare le armi a disposizione, notarono lucchetto e catena all’ingresso in parte forzati. “Sono loro – commentava Nunzio Esposito Ferrara riferendosi alle forze dell’ordine – sono nascosti da qualche parte. E’ troppo pericoloso”.
Un gruppo, quello che sarebbe stato capeggiato da Enzo Manfrè e Nunzio Di Noto, pronto a tutto pur di spadroneggiare. Sarebbero stati i “carusi”, non a caso, a dare vita alle ultime maxi risse andate in scena davanti ai principali locali notturni della città.
Gli agenti del commissariato di polizia e quelli della mobile di Caltanissetta hanno ricostruito le aggressioni messe in atto davanti al pub “Trezone” del lungomare Federico II e al “Punto zero” di piazza Roma.
Ci sarebbero anche loro, inoltre, dietro l’aggressione subita lo scorso febbraio dal gestore di un negozio d’abbigliamento e musica di via Palazzi. Nel mirino del gruppo, inoltre, sarebbero finiti altri concorrenti.
Un giro continuo fatto d’intimidazioni e minacce: al punto da potersi servire, senza neanche pagare, nei locali notturni normalmente frequentati.

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