Gela. Da anni vivono nelle case popolari che hanno occupato. Circa venti famiglie del quartiere Scavone, tra cui anziani e bambini, rischiano ora di essere sgomberate entro il 12 dicembre. Quando entrarono, trovarono appartamenti fatiscenti e abbandonati, chiusi da muri di forati. Oggi, quelle stesse famiglie, consapevoli dell’illegalità del loro gesto, chiedono una soluzione: la regolarizzazione, per non essere costrette a vivere in strada. Nonostante alcuni abbiano partecipato al bando dello scorso anno, l’ordine di sgombero è arrivato comunque, aggravando una situazione già difficile. Il paradosso però è evidente: decine di appartamenti sfitti, in condizioni di estremo degrado, restano inutilizzati nei grandi complessi popolari di Scavone. Da oltre dieci anni non sono stati assegnati a nessuno, trasformandosi spesso in luoghi di abbandono e degrado. Le famiglie non denunciano solo l’imminente sgombero, ma anche le condizioni precarie delle palazzine in cui vivono. La mancanza di manutenzione e di pulizia degli spazi comuni ha reso l’ambiente ancora più difficile.
Lunedì, il sindaco Terenziano Di Stefano contatterà l’Istituto Case Popolari di Caltanissetta per chiedere la riapertura dei termini di regolarizzazione e la sospensione delle procedure di sgombero. Anche il Sunia Cgil ha scritto al Presidente della Regione, Renato Schifani, chiedendo un intervento urgente per evitare che decine di famiglie si trovino senza un tetto dall’oggi al domani.