Gela. Sulla carta, le precipitazioni di queste ore dovrebbero servire, tra le altre cose, ad attenuare, seppur in modo non risolutivo, i devastanti effetti della siccità che si è abbattuta sul territorio. Le dighe sono a secco e probabilmente continueranno ad esserlo nonostante le piogge. A Comunelli, bacino artificiale che più di altri ha risentito dell’assenza totale di acqua, sono già state aperte le paratie per rilasciare la poca accumulata. Ragioni di sicurezza non permettono di mantenere neppure un quantitativo minimo. L’acqua viene sversata sotto gli occhi attoniti degli agricoltori che non hanno modo di avere scorte sufficienti mentre le loro aziende risentono del contraccolpo.
Davanti al fallimento del sistema delle dighe, lasciate al loro destino, una delle poche soluzioni è quella del ciclo delle acque reflue. I tempi però si allungano e gli operatori agricoli iniziano ad essere scettici rispetto a questa opzione. Per molti è l’ultima sponda per non far crollare definitivamente il comparto agricolo del territorio ma l’iter è tutt’altro che agevole.
Ma perché non fanno i bacini artificiali?. Cosa strana. Poveri contadini.
In galera mai nessuno ci và?
Ma se non spendono un centesimo per pulire le dighe come fanno ad accumulare acqua ?? questo un problema che esiste da tanti ann