Gela. Vanno risarciti per l’ingiusta detenzione subita.
Le accuse cadute. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno accolto le richieste formulate dai legali di due imprenditori dell’autotrasporto, Gaetano Morteo e Giuseppe Valenti. Negli scorsi anni, finirono al centro di una vasta indagine antimafia, con l’accusa di essere vicini ai clan locali. Le contestazioni a loro carico, però, caddero del tutto, tanto da consentirgli di ottenere verdetti di assoluzione. Così, hanno chiesto di essere risarciti per il periodo di detenzione successivo al loro arresto. I giudici nisseni hanno accolto i ricorsi presentati dagli avvocati Tommaso Vespo e Feliciana Ponzio. Lo Stato dovrà pagare per una detenzione, alla fine rivelatasi priva di fondamento. Gli imprenditori, già durante i procedimenti penali, ribadirono sempre di essere stati vittime delle minacce dei clan e di non aver mai avuto rapporti con i boss locali. Ad ottobre, invece, dovrebbe chiudersi il procedimento avviato da Nicolò Bartolotta, a sua volta finito al centro dell’indagine, con accuse del tutto cadute. Anche lui ha chiesto di essere risarcito. Inizialmente, i pm della Dda di Caltanissetta ipotizzarono che l’azienda d’autotrasporto, gestita da un gruppo di operatori, fosse finanziata dai clan locali di stidda e cosa nostra, con un pieno coinvolgimento dei titolari.