Gela. Una perizia fonica sul contenuto di alcune intercettazioni era stata autorizzata dai giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta, sulla base di una richiesta avanzata dalla procura generale. La vicenda processuale è quella scaturita dall’omicidio del tassista Domenico Sequino, freddato in pieno centro storico, con diversi colpi di pistola che lo raggiunsero alle spalle. Il perito incaricato ha chiesto una proroga di sessanta giorni per poter poi depositare l’elaborato tecnico. Così, questa mattina, i magistrati nisseni hanno dovuto provvedere ad un rinvio dell’udienza. Se ne riparlerà ad inizio dicembre. Sono imputati, con l’accusa di omicidio, Nicola Liardo e il figlio Giuseppe Liardo, oltre a Salvatore Raniolo. Per gli inquirenti, sarebbero stati loro ad organizzare il piano di morte e ad eseguirlo. Stando alle contestazioni, a sparare materialmente sarebbe stato Raniolo, spalleggiato da un complice, mai individuato. Le pesanti accuse caddero in primo grado. La Corte d’assise di Caltanissetta dispose l’assoluzione per i tre imputati. Decisivo, secondo i difensori, il contenuto effettivo di alcune intercettazioni, nelle quali non si farebbe mai richiamo all’omicidio, nelle discussioni captate tra i Liardo. La procura ha impugnato le assoluzioni. I pm della Dda nissena conclusero infatti richiedendo l’ergastolo per i tre, considerati pienamente coinvolti nell’omicidio.
Gli imputati hanno sempre respinto la ricostruzione dei pm. I loro difensori, gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello e Antonio Gagliano, fecero molto affidamento sugli esiti di una consulenza di parte, che sotto il profilo della ricostruzione fonica delle intercettazioni, escluse richiami all’omicidio nei dialoghi captati. Bisognerà attendere dicembre per la nuova perizia. I familiari di Sequino, fin dall’inizio hanno seguito tutte le fasi dell’inchiesta e del procedimento in giudizio, assistiti dall’avvocato Salvo Macrì, che in primo grado ha perorato la causa del coinvolgimento degli imputati.