Gela. Il Pd locale, almeno nel gruppone di centrosinistra, sembrava
uno dei pochi baluardi a non voler cedere al richiamo della sfiducia immediata al sindaco e ai suoi assessori.
La “scintilla” della sfiducia. Dopo l’accelerata ferragostana, però, con una mozione che sembra destinata a finire in aula, la storia è cambiata. I dem iniziano a riflettere e si sono mossi anche i nomi che contano, sia in consiglio comunale sia nella segreteria locale. Insomma, quelli del Pd sembrano intenzionati a votare la mozione che arriverà in aula e a sfiduciare la giunta. “La nostra prospettiva politica – dice il capogruppo Vincenzo Cirignotta – fin dal primo momento, è stata quella di essere alternativi alla giunta Messinese. Mi pare più che sensato riflettere sulla sfiducia e, se ci saranno le condizioni, votarla favorevolmente. Credo, inoltre, che possa essere una prova importante anche per il centrosinistra. Per dare un messaggio ai cittadini, l’ideale sarebbe votare in maniera compatta, nessuno escluso”. Cirignotta, da tempo oramai, è tra quelli che ha contribuito a far riaccendere la fiamma della sfiducia tra i dem, al punto da far uscire allo scoperto anche il segretario cittadino Peppe Di Cristina e l’altro consigliere del Pd Guido Siragusa che ora non disdegnano più l’opzione della spina staccata anticipatamente.
…c’è chi media? Nei democratici, però, come da tradizione, o quasi, non mancano le visioni politiche piuttosto eterogenee. Così, se c’è chi spinge per partecipare al “falò” della sfiducia, c’è anche chi cerca di mediare. Il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia sarebbe tra gli esponenti del Pd che non vedono di buon occhio la strada, immediata, della sfiducia alla giunta. Non gradirebbe granché saltare sul treno di quelli che vogliono una soluzione immediata. Prospettive a confronto, con quelli del Pd che in mano hanno sei voti, compreso quello del presidente Ascia. Certo, se all’appello mancassero i voti del centrodestra, anche il sì del Pd potrebbe rivelarsi non decisivo e la giunta riuscirebbe a salvarsi in calcio d’angolo. In questo caso, però, i consiglieri di centrodestra farebbero il gioco politico del Pd, che alla fine uscirebbe dall’aula con i galloni di partito contro la giunta, a differenza dei titubanti. Intanto, proprio il presidente del consiglio, comunque, non pone ostacoli allo sbarco sui banchi dell’assise civica della mozione unica. “Con un documento unico e con le dodici firme – spiega – la mozione va in aula e sarò io stessa a convocare la seduta. In base alle interpretazioni giurisprudenziali più recenti, non fa differenza se la mozione di sfiducia ha alla base gravi ragioni che riguardano l’amministrazione della città oppure elementi strettamente politici. L’atto va ugualmente discusso dal consiglio comunale”.