De profundis “Agenda urbana”, tempi non rispettati: Regione taglia fondi per cinque milioni

 
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Gela. I ritardi erano conclamati da tempo. Il segnale del completo cedimento del sistema “Agenda urbana” adesso arriva dalla Regione, a sua volta non sempre nel pieno dell’efficienza quando si tratta del capitolo dei programmi di finanziamento. Palazzo di Città incassa la revoca di fondi per quasi cinque milioni di euro. Una debacle che ha origini profonde e si è sviluppata durante la precedente esperienza amministrativa quando alla testa del sistema “Agenda urbana” c’era l’attuale sindaco Terenziano Di Stefano, che volle con forza tentare la carta dei finanziamenti ottenendo decine di decreti finali. Il sistema si è però progressivamente inceppato. Le gare d’appalto non sono state espletate e le obbligazioni giuridicamente vincolanti non si sono formalizzate entro la deadline prevista da Palermo, dicembre 2023. Il dipartimento energia ha formalizzato la revoca dei finanziamenti per l’efficientamento energetico della scuola Don Milani (1.500.000 euro), per quello dell’istituto “Quasimodo” (750 mila euro) e per l’ottimizzazione dei sistemi di illuminazione pubblica nell’area nord della città (3.150.000 euro). Una battuta d’arresto che non lascia spazio a troppi reclami. Peraltro, gli uffici comunali, già sguarniti a causa di una soglia di personale sempre più limitata, non hanno avanzato osservazioni rispetto alle recenti comunicazioni fatte pervenire da Palermo.

Il programma “Agenda urbana” consentì di inaugurare un modello virtuoso di gestione delle attività, con un gruppo di lavoro interno che bruciò le tappe, visti i ritardi accumulati in precedenza. Di quell’esperienza rimane solo il centro per anziani di via Siragusa, unico appalto andato in gara e realizzato. Un’eventuale possibilità di recupero potrebbe essere l’inserimento dei progetti definanziati nella nuova programmazione 2021-2027, che a sua volta già risente di un ritmo non proprio sostenuto in attesa che l’Unione dei Comuni possa avere una struttura vera e propria. In un municipio in dissesto la revoca di fondi così importanti è una ferita profonda.

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