Gela. Non c’erano prove delle avvenute lesioni. Con questa motivazione il giudice monocratico del tribunale, Domenico Stilo, ha assolto Saverio Di Blasi dall’accusa di lesioni e minacce nei confronti di due dipendenti della Raffineria.
Il responsabile dell’impianto di remineralizzazione, ingegnere Orlando, e il capo del servizio di vigilanza, Losanno, avevano denunciato il presidente dell’associazione Aria Nuova per un episodio risalente a cinque anni fa. Saverio Di Blasi insieme ad altri due associati si era recato presso l’impianto Remi. C’era in atto un controllo sulla calce nell’ambito delle attività che l’associazione seguiva da tempo. Gli ambientalisti erano stati autorizzati dall’Asp per i prelievi. I dirigenti dell’Eni però invitarono Di Blasi e gli altri soci a lasciare l’area. Ci fu un violento un alterco che sarebbe sfociato con minacce, ingiurie e anche calci contro le due parti offese. Orlando venne medicato e refertato in ospedale. Le parti civili avevano chiesto un risarcimento di circa ventimila euro a testa. Il pubblico ministero aveva sollecitato sei mesi di condanna. L’avvocato Salvo Macrì, difensore di Di Blasi, ha invece dimostrato che non ci furono lesioni. Ed il giudice ha assolto l’ambientalista.