Inchiesta royalties, nuove eccezioni difensive sui capi di accusa: per i pm ci furono irregolarità

 
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Gela. Nuove eccezioni difensive sono state avanzate davanti al gup Roberto Riggio, nel procedimento scaturito dall’inchiesta sulle presunte irregolarità nella destinazione dei fondi delle royalties estrattive incassati da Palazzo di Città. Le difese ritengono che i capi di accusa riformulati dalla procura vadano ancora di più precisati. Il gup si è riservato e deciderà nel corso della prossima udienza, fissata a dicembre. E’ stato fatto richiamo ai numeri recenti delle istanze dei creditori avanzate a Palazzo di Città (come abbiamo riportato ieri). Rispetto a quanto approfondito nell’inchiesta dai pm della procura e dai militari della guardia di finanza, sarebbe risultato un presunto “falso rispetto del patto di stabilità interno da parte del Comune”. Operazioni contabili che per gli investigatori avrebbero falsato “la veridicità e l’attendibilità delle risultanze contabili dell’ente”. Oltre all’ex sindaco Lucio Greco, sono in udienza preliminare il predecessore Domenico Messinese e l’ex commissario Rosario Arena. Ci sono gli ex assessori che si occuparono del settore bilancio e di quello dell’ambiente. Tra gli imputati, l’ex dirigente del settore finanziario Alberto Depetro che lasciò il municipio due anni fa, quando iniziò a maturare la crisi di bilancio sfociata nel dissesto, e ancora i professionisti che ricoprirono incarichi nel collegio dei revisori. Per la procura, avrebbero avallato il mancato rispetto “del vincolo di destinazione delle royalties”. Ancora oggi, la questione è sempre aperta tra gli uffici municipali. L’ente incassa non solo le royalties per le attività estrattive nelle aree a terra ma otterrà inoltre quelle del progetto a mare, per il gas, ribattezzato “Argo-Cassiopea”.

La destinazione di queste somme è decisiva, in un Comune in dissesto. Nel tempo, le verifiche non sono mancate, fino all’inchiesta che ha portato all’udienza preliminare. La procura aveva prodotto ulteriori atti che riguardano prevalentemente la fase amministrativa conclusasi prima delle urne. Gli imputati sono rappresentati dai legali Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Salvo Macrì, Davide Ancona, Gualtiero Cataldo, Maria Platania, Venere Salafia, Sandra Amarù e Antonio Palmieri.

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