Il retaggio storico nella Sicilia moderna

 
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La Magna Grecia, che coincide con l’intero Mezzogiorno d’Italia giungendo fino a località adriatiche nelle Marche, è di solito ricondotta principalmente a una regione, la Sicilia. Infatti, sebbene anche Calabria e Puglia spicchino sotto questo punto di vista, è in Sicilia che si concentrano le più note e famose testimonianze dell’eredità greca.

La cultura ellenica è ancora oggi protagonista in numerosi esempi: non solo nei termini scientifici, persino nelle slot machine con jackpot fissi, presenza abituale sui siti degli operatori specializzati, le ambientazioni greche sono tra le preferite. È però nei resti archeologici che i suoi lasciti sono più imponenti, emergendo nella vita quotidiana. Basti pensare alle moderne città siciliane: sono tantissime quelle nate da spedizioni provenienti dalla Grecia, e che con la madrepatria hanno sempre intrattenuto fitti rapporti.

La più iconica colonia greca in Sicilia è senza dubbio Akragas, l’odierna Agrigento, e suo biglietto da visita è la Valle dei Templi, patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1997. Fondata nel VI secolo a.C., deve il suo nome al fiume nei cui pressi sorse. Il parco archeologico, composto da diversi templi dorici tra i quali per stato di conservazione spicca il Tempio della Concordia, testimonia l’importanza raggiunta nell’antichità da Akragas. Ancora oggi molte realtà di Agrigento, come società sportive ed emittenti radiotelevisive, richiamano nel loro nome quello dell’antica città.

I fondatori greci di Agrigento, tuttavia, non provenivano direttamente dalla Grecia: erano greci già stabilitisi in Sicilia, che avevano fondato la città di Gela. Akragas nacque quindi come colonia “di seconda generazione”, figlia di un’altra colonia greco-siciliana. Gelas fu fondata da coloni dorici provenienti da Rodi e Creta nel VIII secolo a.C., in un territorio interessato da forte presenza sicana. Proprio per i bellicosi vicini gli abitanti ritennero di creare altri insediamenti per rafforzare la presenza greca, fondando dunque altre colonie di cultura ellenica tra le quali Akragas. Tra i ritrovamenti sul territorio quello di tre navi greche: la prima è stata totalmente recuperata nel 2008 e, restaurata a Portsmouth, sarà esposta al Museo del Mare, mentre di recente sono cominciati i lavori per il recupero di un secondo relitto.

Merita poi menzione Siracusa, in origine Syrakousai. Sebbene le leggende la facciano risalire molto più indietro, la data più accreditata per la fondazione originale della città, sorta sull’isola di Ortigia, è il VIII secolo a.C.. La colonia sorse a opera di greci provenienti da Corinto, e crebbe fino a diventare una delle più importanti città siceliote. Ancora oggi si ricordano vicende storiche, come l’assedio romano e la morte di Archimede, e soprattutto si conservano imponenti resti archeologici. Per la maggior parte questi sono conservati nel Parco Archeologico della Neapolis e sull’isola di Ortigia, dove spicca il Duomo di Siracusa: questo incorpora un antico tempio dedicato ad Atena, del quale si conservano ben visibili le colonne doriche.

Per quanto riguarda Taormina la storia è un po’ più articolata. Il sito dove sorse Tauromenion infatti era già frequentato dai siculi, che ne apprezzavano i vantaggi della posizione geografica, ben prima dell’arrivo in zona dei primi coloni greci intorno al 700 a.C.. Questi, provenienti da Calcide, fondarono a poca distanza Naxos, considerata la prima colonia greca in Sicilia: quando quest’ultima venne distrutta da Siracusa, nel V secolo a.C., i superstiti si spostarono a Tauromenion, rendendola una delle città di cultura greca più note in Sicilia. Suo simbolo è il teatro del III secolo a.C., il più grande in Sicilia dopo quello di Siracusa, che ancora oggi ospita eventi come le foto di rito del vertice G7 nel 2017.

Anche per quanto riguarda la genesi di Messina ci fu un incontro tra le popolazioni isolane e i greci. Il sito fu prima abitato dai sicani e poi, dal XII secolo a.C., vi si insediarono i siculi: questi lo denominarono Zankle, ossia falce, in riferimento alla forma di un braccio sabbioso che delimitava l’approdo naturale. I coloni greci, giunti nel VII secolo a.C., mantennero la denominazione originale del sito e ne fecero una città ellenica. Non è certa la provenienza dei coloni, dato che alcune fonti la identificano in Calcide, altre in Cuma – colonia in Campania della stessa Calcide – e altre ancora in Naxos; quel che è sicuro è che si tratta di una delle più antiche città greche della Sicilia.

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